Lettera a "La Provincia"

Egregio Direttore

Al breve riassunto riportato nell’artico di fondo del 16 luglio sulle vicende politiche e sociali che hanno interessato tutti i cittadini di Cremona dal 1992 ad oggi sul problema dello smaltimento dei rifiuti urbani e la costruzione dell’inceneritore mancano importanti fatti e protagonisti.

Quando a Cremona venne ipotizzata la costruzione dell’inceneritore si unirono molti cittadini in un comitato definitosi “comitato contro l’inceneritore per la raccolta differenziata dei rifiuti” che riuscì a sensibilizzare la città e a raccogliere 3500 firme necessarie per indire un referendum consultivo. Fummo fra i primi capoluoghi italiani ad effettuare un referendum consultivo.

I cittadini cremonesi bocciarono l’inceneritore come soluzione per lo smaltimento dei rifiuti. Tutti sapevamo che l’alternativa era ed è la raccolta differenziata. Già nei primi anni ‘90 molte città europee e cittadine italiane raggiungevano percentuali che solo ora, dopo 25 anni, si sono raggiunte anche a Cremona.

Quanto tempo perso! Quanto inquinamento si sarebbe evitato, quanto materiali si sarebbero recuperati con nuovi cicli di produzione!

Non una posizione ideologica dunque portò e porta i cittadini a scegliere la raccolta differenziata come alternativa all’incenerimento, ma la consapevolezza di praticare tutti insieme gesti quotidiani importanti per l’ambiente concretizzando una piccola rivoluzione culturale, frenata purtroppo dalle miopi scelte degli allora amministratori del comune di Cremona, e ancora oggi non convinti dell’alternativa e indecisi se riciclare o continuare a bruciare i rifiuti.

Nel 1992 a Cremona solo  il Partito della Rifondazione Comunista entra apertamente nella lotta contro l’inceneritore. Nel comitato contro l’inceneritore molte erano le persone di appartenenza partitica diversa, ma solo il PRC come partito si espresse apertamente contro l’inceneritore e contribuì alla raccolta delle firme per il referendum.

A 25 anni possiamo dire che la nostra analisi del problema rifiuti era esatta.

Le percentuali che pensavamo si potessero raggiungere con la raccolta differenziata ora si sono raggiunte. Se si fosse praticata la raccolta differenziata porta a porta queste percentuali si sarebbero raggiunte allora già dopo due o tre anni di “porta a porta” proprio come andavamo scrivendo nei nostri volantini

Si sarebbe evitato di costruire l’inceneritore e si eviterebbe ora il pericolo molto probabile di incenerire rifiuti provenienti da altre regioni. Infatti con il “porta a porta” in tutta la città e con la promessa imminente dell’attuazione della “tariffa puntuale” tra poco arriveremo a superare l’80% e più di raccolta differenziata: non ci saranno più rifiuti indifferenziati sufficienti per alimentare in continuo l’inceneritore.

A2A ora proprietaria dell’inceneritore, se non riusciremo a chiudere l’impianto, potrà avere cospicui guadagni assicurati fino al 2029 con l’importazione da altre regioni di rifiuti da bruciare.

Ora tutti i partiti vorrebbero chiudere l’inceneritore, ma chi veramente lavora per questo? Sarà ancora un ennesimo gioco delle parti con l’esito di mantenere tutto come prima? Rifondazione Comunista continuerà nella sua battaglia coerente di controinformazione.

Enrico Gnocchi (Federazione del PRC-SE di Cremona)