In tanti con noi. E il tempo per intervenire c'è.

Davvero importante la partecipazione sabato scorso all'assemblea convocata dal Movimento per la riqualificazione dell'Ospedale di Cremona. Nonostante il richiamo del piacevole tiepido sole pomeridiano e l'attrazione offerta dalla festa del torrone la grande sala dell'Associazione Filodrammatici era al completo: le sedie e i divanetti erano totalmente occupati e tante persone in piedi hanno seguito il dibattito dal corridoio laterale. La cosa che più ci ha colpito, oltre alla folta presenza, è stata la qualità dell'iniziativa a partire dagli interventi introduttivi che hanno fornito dati, spunti di riflessione e considerazioni a tutto tondo sulla situazione dell'ospedale e della sanità territoriale e fatto il punto sulla capacità di mobilitazione e sulle iniziative finora svolte dal Movimento a partire dal successo della raccolta firme on line e cartacea ancora in corso. Questi primi interventi sono stati subito ripresi e arricchiti da una vivace partecipazione da parte di chi riempiva la sala. Non è stato un convegno, è stata un'assemblea vera di persone preoccupate per la concreta accessibilità al servizio sanitario e alla garanzia del diritto alla salute sul nostro territorio provinciale per tutte e tutti. Condividiamo i punti fondamentali emersi dalla discussione come la possibilità reale di ammodernamento e ristrutturazione dell'edificio esistente, lo spreco di denaro pubblico con la costruzione ex novo dell'ospedale (spesa peraltro difficilmente contenibile nelle cifre ufficiali finora emerse), le conseguenze ambientali connesse all'abbattimento del vecchio Ospedale, il recupero di risorse dai minori costi della ristrutturazione da impiegare nelle strutture territoriali, come le case della salute, previste delle leggi regionali ma ad oggi del tutto insufficienti se non inesistenti. Se a questo si aggiunge la carenza dei medici di base ci si può facilmente rendere conto di quanto precario sia diventato l'accesso gratuito alle cure nel nostro territorio. E' emersa chiara la consapevolezza che un ospedale nuovo concepito per alcune cure altamente specialistiche, con pochi posti-letto, porti a un'inevitabile diaspora degli utenti verso le strutture della sanità privata convenzionata e non convenzionata, con un drenaggio continuo di soldi pubblici verso la sanità privata e un più oneroso esborso da parte degli utenti (quelli che ovviamente possono permetterselo). Inoltre l'idea di portare al declino una struttura esistente e funzionante per rendere necessaria una nuova costruzione in realtà è già iniziata da anni come la Corte dei Conti ha rilevato in queste settimane a proposito di  svariati milioni disponibili mai spesi. Al contrario sono stati pagati indennizzi a imprese in seguito alla cancellazione di lavori di ammodernamento già appaltati.

La condivisione da parte di tutto il territorio sulla centralità di questa lotta è molto forte: tante sono le firme arrivate anche dal Casalasco e dal Cremasco, forti e molto apprezzate sono state le testimonianze di chi lotta per la difesa dell'Ospedale Oglio Po e di chi ha dovuto assistere impotente a quanto è successo all'ospedale di Soresina e di cosa oggi è quella struttura. E' emerso inoltre anche un problema, non secondario, che potremmo definire sindacale: il malcontento e i dubbi tra il personale ospedaliero sono più diffusi di quanto non appaia. In questa vicenda evidentemente i lavoratori e le lavoratrici non si sentono abbastanza tutelati nel loro diritto ad esprimersi in libertà. Il diritto alla salute per tutte e tutti è garantito fondamentalmente dalla professionalità, dalle condizioni di lavoro, dall'organizzazione, dagli orari, dal riconoscimento anche economico del personale, dalle strumentazioni e dalle tecnologie a disposizione: ciò che conta e che fa la differenza non sono i muri ma le persone. Come forza politica abbiamo espresso la nostra posizione netta a favore della ristrutturazione dell'ospedale fin dal 2020, quando la stampa locale ha dato notizia del nuovo progetto, e poi in interventi successivi. Oggi con ancora più convinzione sosteniamo questa battaglia che sta coinvolgendo tante persone che hanno deciso autonomamente di prendere parola e di autorganizzarsi, fare controinformazione e iniziative per difendere il diritto universale alla salute. Non è un battaglia persa, il tempo c'è, nonostante quello che ci viene detto ogni giorno. Il processo è solo all'inizio, come è emerso chiaramente dall'assemblea di sabato e si può con determinazione e volontà lottare per cambiare quello che sembra impossibile mutare. E allora avanti tutta con le prossime e sempre più partecipate mobilitazioni del Movimento.

Francesca Berardi

cosegretaria della federazione provinciale del PRC-SE