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Da oggi leggerete Liberazione nella versione on line e potrete anche scaricare il pdf facendovi “in casa”, per così dire, anche quel giornale di carta, per noi così prezioso, che non siamo in grado di mandare in edicola. Un giornale, certo, molto artigianale e, tuttavia, molto militante. Un foglio da affiggere alle bacheche, da passare di mano in mano, da portare nei luoghi di lavoro e ovunque siano in piedi lotte, che in questi giorni continueremo - per quanto possibile, nelle condizioni date - a seguire e raccontare. Lavoreremo un po’ a vista in questa fase di transizione, nel senso che giornalisti e poligrafici stanno prestando la propria attività volontariamente, in regime di ferie disposto dall’azienda, i attesa che riprenda il confronto sindacale. Quindi le pagine del giornale potranno, di giorno in giorno, variare nel numero, anche in relazione alle iniziative di mobilitazione che saranno attuate nei confronti del governo che dev’essere finalmente stanato, in modo da capire - una volta per tutte - su quante risorse pubbliche (e in quale modo erogate) sia possibile contare. Mentre teniamo accesa Liberazione, in questa versione gioco forza edulcorata, ma non dimessa, chiediamo a voi tutti di alimentare la sottoscrizione che contribuirà a decidere della qualità e delle caratteristiche del prodotto editoriale che stiamo con ogni energia tentando di rilanciare. L’appello - forte e chiaro - è rivolto in primo luogo al partito, ai suoi circoli, che del giornale hanno fatto un irrinunciabile strumento di controinformazione, di lotta e di organizzazione politica; ma, più in generale, a tutti coloro la cui voce sarebbe stata letteralmente occultata e repressa se Liberazione non fosse stata, con cocciuta determinazione, al loro fianco. Non diamo soddisfazione a quanti oggi sperano di avere liquidato un punto di vista non omologato e non condizionabile, e di avere riconsegnato all’oblio chi non si piega all’ideologia mercatista. Possiamo riuscirci, perché gli sciamani che spacciano il liberismo per legge di natura stanno cacciando l’umanità in un vicolo cieco. E di questo vi è una sempre più diffusa percezione. Anche nelle nuove generazioni, per lungo tempo nutrite, anestetizzate con le menzogne del “pensiero unico”. Dunque, non lasciamoci intimidire: dimostriamo a lor signori che non riusciranno a toglierci di mezzo.
Dino Greco. Direttore di Liberazione.