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VENDITA LGH AD A2A LA POSIZIONE DEL PRC

La vendita di LGH ad A2A ha visto la nostra ferma opposizione. Riteniamo utile ribadire il nostro dissenso ed i documenti precedentemente prodotti.

Lettera alla giunta del 6-10-2015 di Sinistra per Cremona

Cremona, 6 ottobre 2015

Caro Sindaco, cari Assessori del Comune di Cremona,
in queste ore scade l'offerta non vincolante di acquisto di LGH da parte di A2A (così si legge in questi giorni sulla stampa locale) e si apre una seconda fase nella trattativa con A2A. In questi ultimi mesi insieme agli altri Sindaci del territorio avete discusso e approfondito la "bontà" e la "convenienza" dell'offerta di A2A; l'offerta presenta vantaggi certi solo per l'indebitata società nata dalle ex municipalizzate di Milano e Brescia e già quotata in borsa: con l'acquisto di LGH A2A finirebbe per assumere un peso davvero imponente nel panorama italiano (e non solo) delle multiutility per numero di servizi conferiti, per radicamento territoriale, per numero di utenti, per qualità e quantità di reti e d'impianti a disposizione. L'altra possibilità concreta che state valutando è un'eventuale quotazione in borsa di LGH per poter disporre dei vantaggi finanziari e speculativi provenienti dagli investitori e dai capitali disponibili sul libero mercato. Entrambe le soluzioni guardano, con caratteristiche e modalità specifiche, al mercato finanziario come unica opzione praticabile per la gestione dei servizi pubblici locali. In realtà quindi non sono opzioni veramente alternative tra loro.
Il Consiglio Comunale di Cremona non a caso si era espresso in modo chiaro alcuni mesi fa rispetto al piano di riorganizzazione delle aziende partecipate direttamente o indirettamente dal Comune di Cremona: le modifiche, le riforme, gli accorpamenti sarebbero dovuti avvenire nell'ottica di un aumento del controllo da parte dell'ente locale. Su questo indirizzo crediamo che l'Amministrazione Comunale abbia lavorato troppo poco e crediamo che da questo input l'amministrazione debba ripartire per approfondire, studiare e mettere a punto una strategia davvero alternativa alla privatizzazione dei servizi pubblici. Non solo lo crediamo ma lo riteniamo vincolante nel rispetto delle funzioni e delle competenze del Consiglio Comunale, oltreché decisivo per il futuro dei servizi pubblici locali e della nostra democrazia. Gli amministratori locali hanno avuto come mandato dagli elettori il compito di controllare, gestire e indirizzare le società partecipate al fine di restituire alla popolazione buoni servizi accessibili a tutti. I servizi pubblici e le società che li erogano non sono quindi nella disponibilità di Sindaci e Assessori ma sono dei cittadini che negli anni con le loro bollette hanno costruito gran parte di quei soggetti che oggi si vogliono vendere. La vendita del 51% delle azioni di LGH è una totale cessione di sovranità da parte del Comune: non si tratta di ordinaria amministrazione ma si tratta di una decisione pesante e definitiva che pone ulteriori limiti al già debole controllo democratico sui servizi pubblici.
Per questo motivo la riflessione e l'approfondimento devono essere portati a conoscenza dei cittadini perché la discussione sia chiara e trasparente, perché gli Amministratori facciano la loro parte nell'ambito delle loro funzioni e perché sia la collettività a poter dire l'ultima parola sulle decisioni fondamentali che riguardano beni e servizi essenziali.
L'Amministrazione Comunale sospenda le trattative di vendita e abbandoni l'idea della quotazione in borsa per avviare un percorso di trasformazione di LGH in una società dedicata ai servizi essenziali, più partecipata e più rispondente alle esigenze e alla salute dei cittadini-utenti e alla preservazione della qualità dell'aria, dell'acqua, della terra e del sottosuolo!

Distinti saluti
Francesca Berardi
per la lista Sinistra per Cremona - Energia Civile

La lettera ai consiglieri comunali del 5 dicembre

Cremona, 5 dicembre 2015

Stimati consiglieri comunali del Comune di Cremona,
sottoponiamo alla vostra attenzione una proposta di deliberazione per il mantenimento in mani pubbliche della società per azioni Linea Group Holding. Il testo, a vostra disposizione, mette in campo un'alternativa concreta al pesantissimo progetto di privatizzazione che prevede la cessione del 51% di azioni di LGH ad una delle più grosse multiutility italiane, A2A, società quotata in borsa. La cosiddetta partnership con A2A è un progetto che presenta diverse criticità ed è molto pericoloso perché allontana dal nostro territorio ogni capacità decisionale sulle nostre ex municipalizzate e sottopone a meccanismi e logiche puramente economiche e finanziarie ciò che invece dovrebbe essere gestito secondo principi di solidarietà, efficacia, giustizia e partecipazione democratica.
La nostra proposta di delibera invece, se accolta, avvia un percorso ben diverso: trasforma l'assetto societario di LGH per consegnare ai comuni e ai consigli comunali una maggiore capacità di indirizzo nelle scelte della società. Compito infatti delle istituzioni più vicine ai cittadini è quello di rendere i servizi pubblici locali più accessibili a tutti salvaguardando i diritti delle persone e dei lavoratori del settore, aumentando la qualità dei servizi forniti e la salubrità dell'ambiente in cui viviamo.
Pensiamo inoltre che ci sia una volontà popolare espressa nel 2011 ancora da attuare, riteniamo che le società pubbliche siano o debbano tornare ad essere nel territorio degli strumenti di esercizio della democrazia e della partecipazione. Sosteniamo senza dubbio che gli enti locali non possano disperdere o alienare ciò che la collettività ha costruito in tanti anni.

A breve presenteremo pubblicamente la nostra proposta.
Rimaniamo a disposizione per eventuali chiarimenti.

Cordiali saluti e buon lavoro
Francesca Berardi
per la federazione PRC Cremona

Bozza di delibera alternativa alla vendita di LGH

IL CONSIGLIO COMUNALE

Premesso che:

Considerato che:

 

instaurano con i rispettivi fruitori, esprimono utilità direttamente funzionali al libero sviluppo della persona umana ed al godimento dei diritti fondamentali, non devono pertanto essere orientati alle logiche del mercato e del profitto;

Visto l’esito della consultazione referendaria del 12 e 13 giugno 2011 con il quale 27 milioni di cittadini italiani esprimevano la loro volontà di non privatizzare i servizi pubblici locali;

Vista la sentenza della Corte Costituzionale 199/2012 che dichiarando incostituzionale l'art. 4 del decreto legge 138/2011, convertito nella legge 148/2011, ripristina l'esito referendario del 12 e 13 giugno 2011.

Visto l’art. 42 Dec. Leg.vo 267/2000, sulle competenze del Consiglio Comunale;

Visto l’art.1, cc. da 611 a 615 Legge 190 / 2014, in ordine al piano di razionalizzazione delle partecipazioni societarie;

Visto l’art. 2501 e seguenti del Codice Civile in materia di fusioni societarie;

Visto il DL 174 / 2012 ed art. 147quater DLgs 267 / 2000, in materia di controlli del Comune sugli
organismi partecipati;

Vista la propria deliberazione del 30 marzo 2015 n. 5 con particolare riferimento al paragrafo n.6 lettera d)

DELIBERA

 

In adesione alla volontà popolare espressa nel referendum del 12 e 13 giugno 2011 che ha abrogato l’art. 23 bis del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito nella legge 6 agosto 2008, n. 133;

per restituire alla propria Comunità  territoriale il patrimonio di beni e di servizi che nel corso di un secolo ha saputo costruire e mantenere;

per ridare al Consiglio e all’Amministrazione Comunale rappresentatività, ruolo, nonché reale ed efficace potere di controllo ed indirizzo sulle Aziende che gestiscono i servizi pubblici locali;

per garantire un reale ed effettivo contenimento dei costi e la ottimizzazione delle risorse impiegate;
 
che AEM Cremona Spa respinga l’offerta vincolante presentata da A2A Spa, società quotata in borsa, di acquisto del  51% delle azioni di LGH SPA, società partecipata al 30,915% dalla stessa  AEM Cremona  Spa e, in alternativa, dà mandato alla Giunta perché avvii lo studio per un progetto di razionalizzazione di LGH che veda la partecipazione diretta del Comune di Cremona, mediante conferimento della stessa AEM Cremona Spa, adoperandosi affinché anche i Comuni di Crema, Lodi, Pavia e Rovato assumano la stessa decisione.

Delibera altresì,

sempre con l’obiettivo del contenimento dei costi, ma soprattutto di un efficace controllo e per il buon uso delle risorse pubbliche, che si prosegua nell’opera di razionalizzazione, riducendo il numero delle società afferenti a LGH e le partecipazioni detenute da AEM, avendo cura ed attenzione che non ci siano ripercussioni negative sui lavoratori.

Lettera alla provincia in risposta a beppe azzoni (11 dicembre 2015)

Signor direttore, approfitto della sua ospitalità per rispondere ad una lettera del compagno Beppe Azzoni pubblicata oggi sul suo giornale. Affermare che l'aggregazione con A2A abbia l'effetto di creare una società controllata dai comuni è un errore grave: A2A è una multiutility quotata in Borsa che agisce secondo logiche (legittime) che subordinano scelte industriali e qualità dei servizi a criteri di contrazione dei costi, profitto aziendale, remunerazione del capitale. In questo senso il fatto che due grossi comuni detengano (per ora) la maggioranza delle azioni di A2A significa solo che i dividendi (se vi saranno) verranno (se si vorrà) utilizzati per i cittadini. Ma questo è ciò a cui vogliamo condannarci? Che la capacità dei sindaci di fare politica reale dipenda dalle speculazioni di Borsa? Comuni e aziende pubbliche hanno il compito di perseguire l'interesse generale e  garantire alla popolazione servizi adeguati e a costi accessibili, operando con trasparenza e giustizia. Il punto è dunque garantire agli enti locali e alle loro aziende adeguati mezzi economici pubblici (e non privati) per poter soddisfare i diritti essenziali delle persone. Cosa è diventata Cassa Depositi e Prestiti? Perché la fiscalità generale finanzia gli armamenti ma non finanzia gli acquedotti, le reti, le tariffe sociali e il minimo garantito vitale? I cittadini (quelli che possono) oggi sono costretti a comprarseli, i diritti: la tariffa e quindi le bollette infatti coprono la maggior parte dei costi connessi alla gestione dei servizi stessi e le tariffe non sono costruite secondo criteri di proporzionalità ed equità fiscale.
Mettere in Borsa i servizi essenziali non è la soluzione, è il problema. La Sinistra dovrebbe a mio parere essere coerente in ogni territorio con le battaglie che porta avanti a livello nazionale: battersi contro il TTIP, le finanziarie che tagliano fondi agli enti locali, i patti di stabilità e l'ineguaglianza sociale significa, a casa propria, battersi contro la privatizzazione dei servizi essenziali, contro l'idea che il mercato sostituisca la politica e che il profitto venga prima della vita delle persone.

Francesca Berardi.

Comunicato stampa 18 dicembre

Comunicato stampa

 

Cremona, 18 dicembre 2015

 

Il 18 dicembre è una data importante per i pronunciamenti della nostre assemblee elettive: esattamente tre anni il 18 dicembre 2012 il consiglio provinciale di Cremona metteva in clamorosa minoranza il presidente Salini. Allora pezzi importanti della maggioranza e quasi tutte le opposizioni votarono una delibera che dichiarava che il servizio idrico integrato dovesse essere gestito da una società totalmente pubblica e direttamente partecipata dai comuni. Doveva essere rivisto completamente il piano d'ambito che invece prevedeva la società mista con socio privato al 40% e sanciva quindi la privatizzazione di quel fondamentale servizio. Oggi quell'assemblea non è più elettiva e non risponde più direttamente ai cittadini come allora. Credo che la democrazia non ci abbia guadagnato e nemmeno i cittadini.

Oggi 18 dicembre 2015 il consiglio comunale di Cremona darà il voto decisivo sul progetto di vendita di LGH ad A2A, colosso nato dalla fusione delle ex municipalizzate di Brescia e Milano il cui capitale è quotato in borsa per quasi la metà del suo valore. Il voto di Cremona è decisivo visto che le assemblee degli altri territori hanno già dato l'ok all'operazione. AEM detiene infatti il 30,9% di LGH e quindi è necessaria per il raggiungimento della maggioranza qualificata (70% delle quote di LGH). L'operazione è epocale. Si passa da una multiutiliy totalmente pubblica ad una società la cui maggioranza sarà detenuta da un soggetto quotato in borsa: i servizi pubblici locali, con esclusione dell'idrico che ha un'altra storia (per fortuna o meglio, per volontà e perseveranza di tanti), passeranno sotto il controllo del mercato finanziario. I comuni non avranno più alcun potere decisionale rispetto alla qualità dei servizi e alle scelte industriali. Queste verranno fatte, come dichiarato nelle linee guida allegate al progetto di vendita, in base ai profitti e ai dividenti che porteranno, alla capacità di recupero del debito, in base quindi a criteri squisitamente economici e finanziari. Cosa di più lontano dalle finalità e dalle funzioni degli enti locali e delle aziende pubbliche di gestione dei servizi per la collettività? Oggi si scelgono il mercato e non la salute, i profitti e non i diritti dei cittadini. Male, molto male. E come si scelgono? Si fa una fusione che rispetti principi di trasparenza in modo che la procedura non discrimini eventuali concorrenti? Si fa una compravendita con gara ad evidenza pubblica? No, si sceglie direttamente un "compagno" disponibile o meglio, con disponibilità economica, e l'accordo lo si chiama partnership! Un partner che è dieci volte più grosso di LGH e che comprerà oggi il 51 % della società: proprio un bel partner, alla pari! "Un partner grande per fare grande LGH", si dice... ma in che film? E' una "partnership" per rafforzare A2A, senza dubbio, che ha bisogno di inglobare territori e imporsi a livello europeo. In una sola operazione A2A raddoppia il proprio territorio e il numero di utenti serviti. LGH tra tre anni sparirà e con lei il tanto decantato brand. Si arriverà ad una fusione (forse, non obbligatoria) oppure si continuerà a vendere il restante 49%: in entrambe le soluzioni LGH si dissolverà. Se va bene rimarrà una manciata di azioni di A2A senza alcun peso in mano alle nostre società patrimoniali. Figuriamoci cosa conteranno i comuni (e i cittadini) in tutto ciò! Non si torna indietro da questa operazione, non prendiamoci in giro.

Piuttosto valutino bene i consiglieri comunali di Cremona se tutto questo pasticcio sia almeno legittimo (sul politicamente sbagliato non ci sono dubbi). Oggi non si tratta di una fusione (che forse ci sarà tra tre anni) ma oggi si tratta sicuramente di una vendita di azioni. La fusione (procedura trasparente) oggi è solo sulla carta, la vendita di azioni invece è certa oggi e probabile domani. Peccato che per essere legale l'alienazione di società pubbliche debba avvenire tramite gara ad evidenza pubblica. Il percorso non è per nulla chiaro. O lo è fin troppo. Meditate consiglieri, meditate....

 

Francesca Berardi (prc Cremona)