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L'APPALTIFICIO LOMBARDO

La Lombardia, si sa, è terra di "eccellenze" nel bene e, soprattutto, nel male.
Così anche la Provincia di Cremona ha avuto la sua parte di “gloria” nella bufera giudiziaria che ha decapitato i vertici, ora agli arresti, di “Infrastrutture Lombarde spa”, la controllata che per conto della Regione Lombardia gestisce gli appalti e la realizzazione delle grandi opere (Expo 2015, ospedali, scuole, autostrade, ecc.).
L'autostrada Cr-Mn infatti figura negli atti dell’inchiesta della Procura di Milano per una presunta irregolarità nell'affidamento di un consulenza legale del valore di 240 mila euro.
Il direttore di Stradivaria spa, Francesco Acerbi, in una recente intervista ad un settimanale locale si dice in proposito amareggiato e affatto preoccupato da semplici irregolarità  riguardanti sole consulenze legali, omettendo però di ricordare che le otto (per ora) persone, finite agli arresti devono rispondere di associazione per delinquere, truffa ai danni della Regione e falso.
Dall’ordinanza di custodia cautelare emerge che attorno ad Infrastrutture Lombarde esisteva un sistema ben rodato che garantiva ad un ristretto gruppo di professionisti (avvocati e ingegneri) e imprese l’assegnazione di appalti e consulenze. Una sorta di “struttura parallela costituita da consulenti esterni” che avrebbe pilotato gli incarichi in modo da privilegiare gli stessi consulenti, ma anche garantirsi ritorni in termini di controllo degli appalti stessi.

Secondo il Gip (giudice per le indagini preliminari) i vertici della Regione Lombardia sapevano  e c’era la piena consapevolezza di tutte le parti in causa di agire in un ambito di diffusa illegalità.
Recentemente il Prefetto di Milano nella sua relazione alla Commissione Antimafia scriveva: “…una tendenza che si sta delineando e sempre più consolidando di una penetrazione nei lavori Expo  di imprese contigue, se non organiche alla criminalità organizzata”.

Da tutto ciò emerge un quadro di illegalità diffusa che ha come conseguenza, oltre a quella di portare nella programmazione regionale e nazionale opere molto spesso assolutamente non necessarie,  quella di eludere sistematicamente le norme nazionali sugli appalti e Comunitarie sulla libera concorrenza.

Chiediamo pertanto alla Giunta Regionale di mettere la parola fine alla realizzazione di un'opera inutile ed anacronistica come la Cr-Mn i cui costi ci risultano nel frattempo lievitati di circa il 50% portandone il valore complessivo alla ancora più insostenibile cifra di 1,5 miliardi di euro ed a fronte dei quali la società concessionaria chiede ora un contributo pubblico regionale di 500 mln di euro (5 volte quello iniziale) per riequilibrare il piano finanziario.

Ricordiamo infine al presidente Maroni che lo strumento contrattuale per chiudere la questione esiste, e senza oneri per la Regione: si chiama DECADENZA (art. 36 della convenzione di concessione). Qualsiasi altro tentativo in atto per chiudere diversamente la vicenda sarà da noi prontamente denunciato e sottoposto al vaglio delle autorità competenti.

Piadena, lì 30 marzo 2014
                                                                                                   

Coordinamento dei Comitati contro le autostrade Cr-Mn e Ti-Bre                                                      

Coordinamento Comitati Ambientalisti Lombardia
Lega di Cultura di Piadena