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MARONI COME FORMIGONI CONTINUA IL SACCHEGGIO DELLA SANITÀ PUBBLICA

Le bugie hanno il naso lungo ma le gambe corte (e quindi vanno poco lontano).

Stop al consumo di suolo, chiusura dell'inceneritore in tre anni, salvaguardia dei beni comuni e aumento del controllo sulle società partecipate dal comune. Sono slogan da campagna elettorale diventati impegni precisi con i cittadini e ben argomentati nelle linee di mandato dell'attuale maggioranza al governo della città. Come non essere d'accordo? Peccato che in quasi due anni di governo su questi temi la giunta abbia fatto esattamente il contrario: nuovi supermercati e nuove case, chiusura dell'inceneritore affidata alla contrattazione con A2A e rimandata almeno di 10 anni (per motivi esclusivamente economici e quando un'altra amministrazione ne sarà responsabile), vendita di LGH e dei servizi pubblici locali al colosso A2A, società quotata in borsa. Come tradimento del mandato non c'è male.

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LA SVENDITA DEI SERVIZI PUBBLICI LOCALI E LO SMANTELLAMENTO DEL PATRIMONIO DELLA COLLETTIVITÀ SONO AZIONI IRREVERSIBILI E IMPERDONABILI: GIUNTA GALIMBERTI A CASA!

Alla faccia del cambiamento e dell'innovazione! Il sindaco Galimberti con la sua squadra sta effettuando scelte politiche su questioni fondamentali per la città in quasi perfetta continuità con la giunta precedente: quasi, perché purtroppo, sui servizi pubblici locali è riuscito perfino a superarla a destra!.....

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comune

BYE BYE GALIMBERTI

IL PRC ESCE DALLA MAGGIORANZA

Documento uscita dalla maggioranza

Tra pochi giorni si perfezionerà l’operazione di vendita di LGH ad A2A, cessione che ha visto passare il pacchetto azionario di maggioranza di LGH dalle società patrimoniali detenute dagli enti locali alla grande multiutility A2A, ex municipalizzata di Milano e Brescia, quotata in Borsa, con la prospettiva di approdare in un futuro prossimo alla fusione nella stessa A2A di quel che resta di LGH, procedimento, peraltro, che solleva nel suo complesso non pochi dubbi di legittimità. Tutta la partita AEM e LGH è stata svolta dall’attuale Amministrazione in perfetta continuità con l’operato della giunta precedente (checché ne dicano le minoranze, allora forze di maggioranza, che oggi si atteggiano a strenui oppositori della vendita di LGH) e perfino superandola in peggio: svuotamento progressivo di AEM, messa a gara dei servizi pubblici (tra cui alcuni fondamentali), vendita e quotazione indiretta in Borsa del gruppo LGH. Parametri solo economici e finanziari hanno governato e diretto queste scelte politiche, come la stessa vicenda inceneritore sta dimostrando in queste settimane. La situazione debitoria di AEM e di LGH è stata affrontata dal punto di vista strettamente contabile, approfondendo e facendo chiarezza sui conti, ma senza la volontà di denunciare le cause dell’indebitamento e di imparare dagli sbagli del passato. Si è caduti nell'errore di pensare di risolvere i debiti vendendo il patrimonio della città (costruito con i soldi dei cittadini) e di cedere il controllo sui servizi pubblici locali a soggetti che operano in base alla sostenibilità economico-finanziaria, al profitto e alla remunerazione del capitale: riguardo a questi principi ispiratori il presidente di A2A è stato molto chiaro durante la presentazione in commissione a fine novembre.
Dieci mesi sono stati impiegati in trattative con A2A per mettere a punto l’operazione: quanto tempo è stato dedicato a cercare un’altra strada, completamente diversa dalla quotazione in Borsa e dalla vendita delle società, una strada diversa che mettesse al sicuro aziende e servizi pubblici? Molto poco. In nulla di concreto purtroppo si è tradotta la trattativa che la lista Sinistra per Cremona - Energia Civile ha ingaggiato all'interno della maggioranza per modificare la delibera del piano di razionalizzazione delle partecipate di AEM e per dare un indirizzo diverso alla trasformazione di LGH: gli emendamenti approvati da tutta la maggioranza in consiglio comunale sono rimasti lettera morta. Sono state fatte proposte alternative anche solo parziali per il mantenimento del controllo su alcuni servizi essenziali come quello dei rifiuti, ma è stato tutto inutile: evidentemente la strada tracciata (e già in parte percorsa) era un’altra, le decisioni di fondo su LGH erano state già prese sin dall'inizio del 2015. Tutto sarebbe stato ancora possibile, oggi si è passato il punto di non ritorno.
La quotazione in Borsa delle nostre aziende e la privatizzazione dei nostri servizi pubblici oltre ad avere effetti diretti sulla qualità della vita e sull’accessibilità dei cittadini ai servizi essenziali e sull’occupazione, avranno pesanti ripercussioni sulla qualità stessa della democrazia locale. Eh già, perché le aziende pubbliche sono, o dovrebbero essere, anche strumenti per l‘esercizio della democrazia da parte degli enti elettivi più vicini ai cittadini; dovrebbero essere luoghi dove i comuni verificano l’efficacia sociale delle politiche al servizio della collettività, dove si promuovono salvaguardia dell’ambiente e nuove modalità di produzione dei servizi. La vendita di LGH significa non solo per gli enti locali rinunciare a pezzi importanti di sovranità ma anche sollevarsi da ogni responsabilità rispetto ai servizi erogati e alle scelte che A2A farà in futuro, per esempio sul ciclo dei rifiuti e sull'inceneritore.
L’operazione LGH-A2A ha anche un riflesso nazionale molto rilevante che non va sottovalutato: dà il via all’attuazione del piano di riduzione e di privatizzazione delle aziende pubbliche in Italia voluto fortemente dai provvedimenti normativi del Governo Renzi (anche in questo caso in piena continuità con i governi precedenti), un Governo che prima strangola gli enti locali per poi premiarli (con le briciole) quando sono disposti a vendere pezzi fondamentali del loro patrimonio. Evidentemente a Roma così come a Cremona è finito il tempo delle “battaglie ideali” che contagiarono ogni angolo del Bel Paese (compresa la nostra città) e sancite dalla clamorosa vittoria referendaria del 2011: ora è il tempo della “saggezza” concreta offerta dalle opportunità del mercato dei beni comuni e dalla finanza creativa applicata ai diritti essenziali.
Eppure c’è stata una straordinaria stagione, a Cremona, quella in cui, con la sollecitazione di tanti cittadini e con l’azione di amministratori locali (che seppero anche mettersi in discussione) si è rinunciato a mettere sul mercato il servizio idrico per approdare alla costituzione di una società pubblica provinciale dell’acqua.
 Cosa è rimasto di quella stagione nella coscienza degli amministratori di oggi?
Quando decidemmo di sostenere il sindaco Galimberti attraverso la partecipazione alla lista Sinistra per Cremona – energia civile lo facemmo a ragion veduta. Sapevamo che le decisioni di un’Amministrazione non sono mai automatiche né scontate e che tutto va costruito, oltre che nella trasparenza delle decisioni amministrative, nella concretezza e nella difficoltà delle situazioni. Confrontarci insieme agli altri sul duro terreno del reale non ci spaventava poiché ritenevamo di poter contare su alcuni punti fermi, sui quali avevamo ottenuto rassicurazioni e condivisione. Uno particolarmente importante, molto caro a noi e alle persone che fanno riferimento alla nostra cultura politica ma non solo, riguardava proprio le aziende pubbliche e il loro futuro. Non ci siamo mai opposti alla loro riorganizzazione e al loro riassetto, anzi abbiamo sempre sostenuto che questa Amministrazione dovesse mettere mano alla riforma profonda di LGH: pur nella complessità dell'operazione ci confortava la certezza che la volontà di questa Amministrazione si muovesse nell’ambito del mantenimento pubblico della proprietà delle aziende, avesse come obiettivo centrale l’aumento del controllo pubblico sulle società e la gestione diretta dei servizi pubblici locali. Oggi il quadro degli strumenti e delle aree di intervento è stato stravolto, le scelte perseguite e portate a termine dal sindaco Galimberti, condivise dalle altre forze della maggioranza e purtroppo dai nostri stessi eletti della lista Sinistra per Cremona, sono andate palesemente in tutt’altra direzione. Nonostante gli accordi e le promesse elettorali.
Un altro elemento ci aveva particolarmente attratto e convinto al momento della scelta di sostenere questo Sindaco: l'attenzione dichiarata e più volte ribadita alla partecipazione e al coinvolgimento dei cittadini. Su un tema come questo, su beni di proprietà dei cittadini, la riflessione e l'approfondimento si sarebbero dovuti praticare sin dal primo minuto al livello più ampio, sarebbero dovuti uscire da subito dalla cerchia ristretta degli amministratori per coinvolgere la cittadinanza. Solo così si sarebbe potuta realizzare una discussione chiara e trasparente, che restituisse agli amministratori il loro ruolo nell'ambito delle loro funzioni e alla collettività il diritto di poter dire l'ultima parola sulle decisioni fondamentali che riguardano beni e servizi essenziali. Una parola consapevole ed informata. Nulla in questo senso è stato fatto, se non sporadicamente e nelle ultimissime settimane, quando la partecipazione è stata sostituita dalla comunicazione delle decisioni già prese e in fase già di realizzazione. Nascondersi dietro il paravento del Mercato, che impone che questo tipo di trattative si svolga in totale segretezza, non può essere addotto a scusante da una Amministrazione pubblica locale, è anzi una forte aggravante: proprio questa consapevolezza avrebbe già in partenza dovuto rendere cosciente il Sindaco e chi gli stava attorno che si trattava di una strada intrinsecamente non percorribile.
Noi non possiamo rassegnarci all’idea che le istituzioni più vicine ai cittadini rinuncino ad amministrare beni che la collettività ha costruito e che a quelle ha affidato. Gli Amministratori locali infatti hanno avuto come mandato dagli elettori il compito di controllare, gestire e indirizzare le società partecipate al fine di restituire alla popolazione buoni servizi accessibili a tutti. I servizi pubblici e le società che li erogano non sono quindi nella disponibilità di Sindaci e Assessori ma sono dei cittadini e per i cittadini.
Noi non possiamo arrenderci a considerare i servizi pubblici locali materia esclusiva per gli specialisti del profitto, bravissimi nel presentare piani di investimento elefantiaci, per poi non realizzarli (ma utili a giustificare l’aumento delle tariffe e assai puntuali nel tagliare i servizi essenziali a chi non è in grado di provvedere alle necessità della propria famiglia. I servizi pubblici locali sono il cuore dell’attività del comune e delle sue aziende, non può essere diversamente.
Purtroppo siamo di fronte ad una decisione definitiva (ogni ipotesi di riacquisto di autonomia da parte di LGH è infatti un puro esercizio retorico, basta leggere le carte), quindi non ci sono gli spazi per lavorare dall'interno, con calma, contando ottimisticamente sul fatto che questa amministrazione nel prossimo futuro si renda conto del gravissimo errore commesso, cambi idea e linea politica e torni sui suoi passi.
Il fatto che l'Amministrazione abbia realizzato anche cose che abbiamo con convinzione condiviso non ci può bastare a decidere di rimanere al suo interno, poiché il gradino che si è sceso è un gradino irrecuperabile e nodale.
Scelte come questa dicono a chiare lettere come un'amministrazione valuta il proprio ruolo e il limite dei propri poteri, oltre che come li esercita.
Il nostro sostegno all’attuale amministrazione comunale di Cremona non può dunque che terminare qui.

Segreteria PRC

 

 

VENDITA LGH AD A2A LA POSIZIONE DEL PRC

La vendita di LGH ad A2A ha visto la nostra ferma opposizione. Riteniamo utile ribadire il nostro dissenso ed i documenti precedentemente prodotti.

Lettera alla giunta del 6-10-2015 di Sinistra per Cremona

Cremona, 6 ottobre 2015

Caro Sindaco, cari Assessori del Comune di Cremona,
in queste ore scade l'offerta non vincolante di acquisto di LGH da parte di A2A (così si legge in questi giorni sulla stampa locale) e si apre una seconda fase nella trattativa con A2A. In questi ultimi mesi insieme agli altri Sindaci del territorio avete discusso e approfondito la "bontà" e la "convenienza" dell'offerta di A2A; l'offerta presenta vantaggi certi solo per l'indebitata società nata dalle ex municipalizzate di Milano e Brescia e già quotata in borsa: con l'acquisto di LGH A2A finirebbe per assumere un peso davvero imponente nel panorama italiano (e non solo) delle multiutility per numero di servizi conferiti, per radicamento territoriale, per numero di utenti, per qualità e quantità di reti e d'impianti a disposizione. L'altra possibilità concreta che state valutando è un'eventuale quotazione in borsa di LGH per poter disporre dei vantaggi finanziari e speculativi provenienti dagli investitori e dai capitali disponibili sul libero mercato. Entrambe le soluzioni guardano, con caratteristiche e modalità specifiche, al mercato finanziario come unica opzione praticabile per la gestione dei servizi pubblici locali. In realtà quindi non sono opzioni veramente alternative tra loro.
Il Consiglio Comunale di Cremona non a caso si era espresso in modo chiaro alcuni mesi fa rispetto al piano di riorganizzazione delle aziende partecipate direttamente o indirettamente dal Comune di Cremona: le modifiche, le riforme, gli accorpamenti sarebbero dovuti avvenire nell'ottica di un aumento del controllo da parte dell'ente locale. Su questo indirizzo crediamo che l'Amministrazione Comunale abbia lavorato troppo poco e crediamo che da questo input l'amministrazione debba ripartire per approfondire, studiare e mettere a punto una strategia davvero alternativa alla privatizzazione dei servizi pubblici. Non solo lo crediamo ma lo riteniamo vincolante nel rispetto delle funzioni e delle competenze del Consiglio Comunale, oltreché decisivo per il futuro dei servizi pubblici locali e della nostra democrazia. Gli amministratori locali hanno avuto come mandato dagli elettori il compito di controllare, gestire e indirizzare le società partecipate al fine di restituire alla popolazione buoni servizi accessibili a tutti. I servizi pubblici e le società che li erogano non sono quindi nella disponibilità di Sindaci e Assessori ma sono dei cittadini che negli anni con le loro bollette hanno costruito gran parte di quei soggetti che oggi si vogliono vendere. La vendita del 51% delle azioni di LGH è una totale cessione di sovranità da parte del Comune: non si tratta di ordinaria amministrazione ma si tratta di una decisione pesante e definitiva che pone ulteriori limiti al già debole controllo democratico sui servizi pubblici.
Per questo motivo la riflessione e l'approfondimento devono essere portati a conoscenza dei cittadini perché la discussione sia chiara e trasparente, perché gli Amministratori facciano la loro parte nell'ambito delle loro funzioni e perché sia la collettività a poter dire l'ultima parola sulle decisioni fondamentali che riguardano beni e servizi essenziali.
L'Amministrazione Comunale sospenda le trattative di vendita e abbandoni l'idea della quotazione in borsa per avviare un percorso di trasformazione di LGH in una società dedicata ai servizi essenziali, più partecipata e più rispondente alle esigenze e alla salute dei cittadini-utenti e alla preservazione della qualità dell'aria, dell'acqua, della terra e del sottosuolo!

Distinti saluti
Francesca Berardi
per la lista Sinistra per Cremona - Energia Civile

La lettera ai consiglieri comunali del 5 dicembre

Cremona, 5 dicembre 2015

Stimati consiglieri comunali del Comune di Cremona,
sottoponiamo alla vostra attenzione una proposta di deliberazione per il mantenimento in mani pubbliche della società per azioni Linea Group Holding. Il testo, a vostra disposizione, mette in campo un'alternativa concreta al pesantissimo progetto di privatizzazione che prevede la cessione del 51% di azioni di LGH ad una delle più grosse multiutility italiane, A2A, società quotata in borsa. La cosiddetta partnership con A2A è un progetto che presenta diverse criticità ed è molto pericoloso perché allontana dal nostro territorio ogni capacità decisionale sulle nostre ex municipalizzate e sottopone a meccanismi e logiche puramente economiche e finanziarie ciò che invece dovrebbe essere gestito secondo principi di solidarietà, efficacia, giustizia e partecipazione democratica.
La nostra proposta di delibera invece, se accolta, avvia un percorso ben diverso: trasforma l'assetto societario di LGH per consegnare ai comuni e ai consigli comunali una maggiore capacità di indirizzo nelle scelte della società. Compito infatti delle istituzioni più vicine ai cittadini è quello di rendere i servizi pubblici locali più accessibili a tutti salvaguardando i diritti delle persone e dei lavoratori del settore, aumentando la qualità dei servizi forniti e la salubrità dell'ambiente in cui viviamo.
Pensiamo inoltre che ci sia una volontà popolare espressa nel 2011 ancora da attuare, riteniamo che le società pubbliche siano o debbano tornare ad essere nel territorio degli strumenti di esercizio della democrazia e della partecipazione. Sosteniamo senza dubbio che gli enti locali non possano disperdere o alienare ciò che la collettività ha costruito in tanti anni.

A breve presenteremo pubblicamente la nostra proposta.
Rimaniamo a disposizione per eventuali chiarimenti.

Cordiali saluti e buon lavoro
Francesca Berardi
per la federazione PRC Cremona

Bozza di delibera alternativa alla vendita di LGH

IL CONSIGLIO COMUNALE

Premesso che:

Considerato che:

 

instaurano con i rispettivi fruitori, esprimono utilità direttamente funzionali al libero sviluppo della persona umana ed al godimento dei diritti fondamentali, non devono pertanto essere orientati alle logiche del mercato e del profitto;

Visto l’esito della consultazione referendaria del 12 e 13 giugno 2011 con il quale 27 milioni di cittadini italiani esprimevano la loro volontà di non privatizzare i servizi pubblici locali;

Vista la sentenza della Corte Costituzionale 199/2012 che dichiarando incostituzionale l'art. 4 del decreto legge 138/2011, convertito nella legge 148/2011, ripristina l'esito referendario del 12 e 13 giugno 2011.

Visto l’art. 42 Dec. Leg.vo 267/2000, sulle competenze del Consiglio Comunale;

Visto l’art.1, cc. da 611 a 615 Legge 190 / 2014, in ordine al piano di razionalizzazione delle partecipazioni societarie;

Visto l’art. 2501 e seguenti del Codice Civile in materia di fusioni societarie;

Visto il DL 174 / 2012 ed art. 147quater DLgs 267 / 2000, in materia di controlli del Comune sugli
organismi partecipati;

Vista la propria deliberazione del 30 marzo 2015 n. 5 con particolare riferimento al paragrafo n.6 lettera d)

DELIBERA

 

In adesione alla volontà popolare espressa nel referendum del 12 e 13 giugno 2011 che ha abrogato l’art. 23 bis del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito nella legge 6 agosto 2008, n. 133;

per restituire alla propria Comunità  territoriale il patrimonio di beni e di servizi che nel corso di un secolo ha saputo costruire e mantenere;

per ridare al Consiglio e all’Amministrazione Comunale rappresentatività, ruolo, nonché reale ed efficace potere di controllo ed indirizzo sulle Aziende che gestiscono i servizi pubblici locali;

per garantire un reale ed effettivo contenimento dei costi e la ottimizzazione delle risorse impiegate;
 
che AEM Cremona Spa respinga l’offerta vincolante presentata da A2A Spa, società quotata in borsa, di acquisto del  51% delle azioni di LGH SPA, società partecipata al 30,915% dalla stessa  AEM Cremona  Spa e, in alternativa, dà mandato alla Giunta perché avvii lo studio per un progetto di razionalizzazione di LGH che veda la partecipazione diretta del Comune di Cremona, mediante conferimento della stessa AEM Cremona Spa, adoperandosi affinché anche i Comuni di Crema, Lodi, Pavia e Rovato assumano la stessa decisione.

Delibera altresì,

sempre con l’obiettivo del contenimento dei costi, ma soprattutto di un efficace controllo e per il buon uso delle risorse pubbliche, che si prosegua nell’opera di razionalizzazione, riducendo il numero delle società afferenti a LGH e le partecipazioni detenute da AEM, avendo cura ed attenzione che non ci siano ripercussioni negative sui lavoratori.

Lettera alla provincia in risposta a beppe azzoni (11 dicembre 2015)

Signor direttore, approfitto della sua ospitalità per rispondere ad una lettera del compagno Beppe Azzoni pubblicata oggi sul suo giornale. Affermare che l'aggregazione con A2A abbia l'effetto di creare una società controllata dai comuni è un errore grave: A2A è una multiutility quotata in Borsa che agisce secondo logiche (legittime) che subordinano scelte industriali e qualità dei servizi a criteri di contrazione dei costi, profitto aziendale, remunerazione del capitale. In questo senso il fatto che due grossi comuni detengano (per ora) la maggioranza delle azioni di A2A significa solo che i dividendi (se vi saranno) verranno (se si vorrà) utilizzati per i cittadini. Ma questo è ciò a cui vogliamo condannarci? Che la capacità dei sindaci di fare politica reale dipenda dalle speculazioni di Borsa? Comuni e aziende pubbliche hanno il compito di perseguire l'interesse generale e  garantire alla popolazione servizi adeguati e a costi accessibili, operando con trasparenza e giustizia. Il punto è dunque garantire agli enti locali e alle loro aziende adeguati mezzi economici pubblici (e non privati) per poter soddisfare i diritti essenziali delle persone. Cosa è diventata Cassa Depositi e Prestiti? Perché la fiscalità generale finanzia gli armamenti ma non finanzia gli acquedotti, le reti, le tariffe sociali e il minimo garantito vitale? I cittadini (quelli che possono) oggi sono costretti a comprarseli, i diritti: la tariffa e quindi le bollette infatti coprono la maggior parte dei costi connessi alla gestione dei servizi stessi e le tariffe non sono costruite secondo criteri di proporzionalità ed equità fiscale.
Mettere in Borsa i servizi essenziali non è la soluzione, è il problema. La Sinistra dovrebbe a mio parere essere coerente in ogni territorio con le battaglie che porta avanti a livello nazionale: battersi contro il TTIP, le finanziarie che tagliano fondi agli enti locali, i patti di stabilità e l'ineguaglianza sociale significa, a casa propria, battersi contro la privatizzazione dei servizi essenziali, contro l'idea che il mercato sostituisca la politica e che il profitto venga prima della vita delle persone.

Francesca Berardi.

Comunicato stampa 18 dicembre

Comunicato stampa

 

Cremona, 18 dicembre 2015

 

Il 18 dicembre è una data importante per i pronunciamenti della nostre assemblee elettive: esattamente tre anni il 18 dicembre 2012 il consiglio provinciale di Cremona metteva in clamorosa minoranza il presidente Salini. Allora pezzi importanti della maggioranza e quasi tutte le opposizioni votarono una delibera che dichiarava che il servizio idrico integrato dovesse essere gestito da una società totalmente pubblica e direttamente partecipata dai comuni. Doveva essere rivisto completamente il piano d'ambito che invece prevedeva la società mista con socio privato al 40% e sanciva quindi la privatizzazione di quel fondamentale servizio. Oggi quell'assemblea non è più elettiva e non risponde più direttamente ai cittadini come allora. Credo che la democrazia non ci abbia guadagnato e nemmeno i cittadini.

Oggi 18 dicembre 2015 il consiglio comunale di Cremona darà il voto decisivo sul progetto di vendita di LGH ad A2A, colosso nato dalla fusione delle ex municipalizzate di Brescia e Milano il cui capitale è quotato in borsa per quasi la metà del suo valore. Il voto di Cremona è decisivo visto che le assemblee degli altri territori hanno già dato l'ok all'operazione. AEM detiene infatti il 30,9% di LGH e quindi è necessaria per il raggiungimento della maggioranza qualificata (70% delle quote di LGH). L'operazione è epocale. Si passa da una multiutiliy totalmente pubblica ad una società la cui maggioranza sarà detenuta da un soggetto quotato in borsa: i servizi pubblici locali, con esclusione dell'idrico che ha un'altra storia (per fortuna o meglio, per volontà e perseveranza di tanti), passeranno sotto il controllo del mercato finanziario. I comuni non avranno più alcun potere decisionale rispetto alla qualità dei servizi e alle scelte industriali. Queste verranno fatte, come dichiarato nelle linee guida allegate al progetto di vendita, in base ai profitti e ai dividenti che porteranno, alla capacità di recupero del debito, in base quindi a criteri squisitamente economici e finanziari. Cosa di più lontano dalle finalità e dalle funzioni degli enti locali e delle aziende pubbliche di gestione dei servizi per la collettività? Oggi si scelgono il mercato e non la salute, i profitti e non i diritti dei cittadini. Male, molto male. E come si scelgono? Si fa una fusione che rispetti principi di trasparenza in modo che la procedura non discrimini eventuali concorrenti? Si fa una compravendita con gara ad evidenza pubblica? No, si sceglie direttamente un "compagno" disponibile o meglio, con disponibilità economica, e l'accordo lo si chiama partnership! Un partner che è dieci volte più grosso di LGH e che comprerà oggi il 51 % della società: proprio un bel partner, alla pari! "Un partner grande per fare grande LGH", si dice... ma in che film? E' una "partnership" per rafforzare A2A, senza dubbio, che ha bisogno di inglobare territori e imporsi a livello europeo. In una sola operazione A2A raddoppia il proprio territorio e il numero di utenti serviti. LGH tra tre anni sparirà e con lei il tanto decantato brand. Si arriverà ad una fusione (forse, non obbligatoria) oppure si continuerà a vendere il restante 49%: in entrambe le soluzioni LGH si dissolverà. Se va bene rimarrà una manciata di azioni di A2A senza alcun peso in mano alle nostre società patrimoniali. Figuriamoci cosa conteranno i comuni (e i cittadini) in tutto ciò! Non si torna indietro da questa operazione, non prendiamoci in giro.

Piuttosto valutino bene i consiglieri comunali di Cremona se tutto questo pasticcio sia almeno legittimo (sul politicamente sbagliato non ci sono dubbi). Oggi non si tratta di una fusione (che forse ci sarà tra tre anni) ma oggi si tratta sicuramente di una vendita di azioni. La fusione (procedura trasparente) oggi è solo sulla carta, la vendita di azioni invece è certa oggi e probabile domani. Peccato che per essere legale l'alienazione di società pubbliche debba avvenire tramite gara ad evidenza pubblica. Il percorso non è per nulla chiaro. O lo è fin troppo. Meditate consiglieri, meditate....

 

Francesca Berardi (prc Cremona)