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FEDERAZIONE DELLA SINISTRA. Cremona
Lettera aperta
Signor Sindaco,
mi rivolgo a Lei in relazione all’Assemblea dei sindaci che si terrà martedì 22 p.v. sul tema della gestione del servizio dell’acqua.
In tale occasione, a quanto riferito dalla stampa, il CdA dell’ATO avanzerà ai sindaci la proposta di una gestione “privatistica” del servizio idrico provinciale (acqua potabile, fognature, depuratori) da affidare ad una società mista con partecipazione del 40% di capitali privati.
Si tratta, a mio avviso, di una proposta di straordinaria gravità in quanto avvierebbe, nella nostra provincia, la privatizzazione della gestione di un fondamentale bene comune di ogni cittadino e di ogni uomo: l’acqua.
Con tutta evidenza tale proposta si pone in contrasto coi risultati referendari del giugno scorso che hanno visto la maggioranza assoluta dei cittadini italiani pronunciarsi per la gestione totalmente pubblica dell’acqua sancendo l’abrogazione dell’art. 23 bis e la non remunerazione del capitale investito.
Ciò vale anche per la nostra provincia dove la maggioranza assoluta dei cittadini nella quasi totalità dei comuni si è pronunciata per il quesito referendario.
Ciò significa che il CdA dell’ATO, nell’assemblea di martedì prossimo, chiederà ad ogni sindaco di assumere, su un tema di primario interesse sociale come l’acqua pubblica, una posizione contraria a quella espressa a maggioranza assoluta dai cittadini del suo stesso comune.
Se la proposta dell’ATO venisse assunta, dunque, ciò avverrebbe in totale dispregio di un pronunciamento popolare avvenuto cinque mesi orsono.
Perché si vuol fare questo nel nostro territorio? Perché si vuol caricare una singola Assemblea dei Sindaci della responsabilità di far proprie supposte e non disinteressate “interpretazioni autentiche” della normativa nazionale ed europea a giustificare una lesione democratica tanto pesante?
Perché tanta sollecitudine e fretta a livello locale nel contraddire un risultato referendario?
Perché invocare ragioni di bilancio che, nelle intenzioni dell’ATO, dovrebbe essere sanato con l’intervento di capitale privato, quando i risultati referendari precludono tale possibilità in quanto il privato nella gestione dell’acqua ricercherebbe (inevitabilmente, dal suo punto di vista) un utile a spese di tutti i cittadini?
Signor Sindaco, è sulla base di queste considerazioni oltre che delle mie radicate convinzioni in materia che mi permetto di chiederLe di non accettare questa proposta. Glielo chiedo pur nella piena consapevolezza che opinioni diverse sulla materia possono esistere tra noi. Ma anche nella convinzione che nessuno può pretendere da un sindaco un atto che contrasta con il suo ruolo istituzionale, non può cioè chiedergli di contraddire la volontà espressa dai suoi cittadini su un tema di straordinaria valenza sociale, economica, politica e civile come è quello dell’acqua pubblica.
La ringrazio per l’attenzione e La saluto cordialmente
Piergiorgio Bergonzi ( portavoce della Federazione della Sinistra-Cr)